Martino nacque nel 316 nell’antica Pannonia, fra l’Ungheria e l’Austria; era figlio di un ufficiale romano e fu educato nella città di Pavia, dove passò la sua infanzia fino all’arruolamento nella guardia imperiale all’età di quindici anni. A scuola Martino prese i primi contatti con i cristiani e, all’insaputa dei genitori, si fece catecumeno e prese a frequentare le assemblee cristiane. In questo periodo si verificò uno degli episodi più noti della vita del Santo raffigurato in moltissimi dipinti e sculture. Si racconta che in una notte d’inverno, mentre era di ronda, incontrò un povero viandante che soffriva il freddo, e non avendo denaro da dargli, tagliò a metà il proprio mantello affinché il mendicante avesse qualcosa con cui coprirsi. Perciò san Martino, oltre a essere il protettore dei militari, lo è anche dei pellegrini.
Il futuro vescovo passò quasi venti anni nell’esercito e, dopo aver ricevuto il battesimo decise di congedarsi per divenire monaco. Fu poi ordinato diacono e infine prete. Viaggiò a lungo predicando il cristianesimo, convertì i pagani errando per terre lontane finché un giorno si fermò in Francia, nei pressi di Poitiers, dove fondò un monastero. La sua popolarità crebbe di giorno in giorno sicché, per volontà popolare e perché potesse continuare con maggiore efficacia la propria opera di evangelizzazione, Martino venne ordinato vescovo di Tours. Dopo anni di frenetica e febbrile attività il Santo si spense a Candes, una località francese nella confluenza tra la Vienne e la Loira: lungo questo fiume fu portato il suo corpo fino al cimitero di Tours, dove l’11 Novembre ebbe sepoltura. Presto divenne meta di incessanti pellegrinaggi, come fosse San Pietro a Roma o Santiago di Compostella in Spagna, e al suo monastero giungevano in massa i fedeli per chiedere la guarigione di ogni tipo di malattia.
Ma, come spiega Alfredo Cattabiani, nel suo fortunato libro Santi d’Italia (Rizzoli, Premio Estense 1993), San Martino divenne ancora più popolare per la collocazione della sua festa nel calendario che coincideva con la fine delle celebrazioni del Capodanno dei Celti, il Samuin, che cadevano proprio nei primi dieci giorni di novembre.
Quella festa pagana era ancora viva nell’VIII secolo e siccome Martino fu fin dal primo medioevo il santo più popolare d’Occidente, la Chiesa pensò bene di cristianizzare i festeggiamenti celtici trasferendo molte delle sue usanze nella festività del celebre vescovo di Tours.